L' ISTINTO  NATURALE  DEL  GATTO 

Il cane è un animale da branco, il gatto no. Il gatto è un single, socievole, ma single. Il cane discende direttamente dal lupo e come tale sa che deve vivere all'interno di un branco; deve uniformarsi alle sue leggi, rispettare le gerarchie, obbedire ciecamente al suo capo e difenderlo anche a costo della propria vita; dalla salvezza del capo infatti dipende la salvezza del singolo individuo e di tutto il branco.

 

Il gatto invece sa che per la propria salvezza dipende solo da se stesso e deve rispettare tutta una serie di leggi naturali, di istinti, di comportamenti appresi dalla madre. E queste leggi sono per lui la priorità assoluta.

Ecco perché il cane si uniforma facilmente al menage di una famiglia, considera il padrone come suo capobranco e gli obbedisce e lo difende. (A meno che, in presenza di un padrone troppo debole, non cerchi egli stesso di diventare il capobranco familiare. In questo caso sono guai, perché si ha a che fare con un cane ribelle, che pretende di imporre le proprie scelte canine a tutta la famiglia e in definitiva ci si trova di fronte ad un cane difficile da gestire.)

Il gatto invece, essendo un single, è anche un singolare, nel senso che ogni gatto ha il proprio carattere specifico, i propri comportamenti, le proprie preferenze. Un gatto può uniformarsi ad un menage familiare e anche obbedire, a patto però che questo non contrasti con le leggi naturali a noi misteriose, che solo lui conosce. Quante volte ci è capitato di voler imporre ad un gatto un certo comportamento, che lui caparbiamente rifiuta una, due, cento, mille volte e alla fine l'ha sempre vinta lui; il gatto è cocciuto e non cede mai. E questo perché lui è stato programmato così: la legge naturale deve avere la prevalenza.

 

E proprio questo costituisce il grande fascino che il gatto esercita sull'uomo; questo stupendo animaletto vive accanto a noi, nella nostra stessa casa, ma ci ricorda che siamo immersi in un mondo naturale che ci circonda, che spesso noi non percepiamo, che non ci fermiamo ad ascoltare, mentre lui lo percepisce di continuo e lo sente molto forte, tanto da dovergli obbedire sopra ogni altra cosa.

Per questa ragione chi si prende in casa un micio non deve pretendere che sia il micio ad adattarsi all'uomo; deve essere l'uomo a studiare il micio, cercare di capirlo e adattarsi alle sue esigenze. Potrà essere faticoso, ma senz'altro ne vale la pena. Provare per credere! 

Il Maine Coon poi, col suo recente passato di vita trascorsa nelle foreste del Nord America, con la sua parentela con la lince americana, con l'amicizia con l'orsetto lavatore, da cui, se non la genealogia, senz'altro avrà appreso alcuni comportamenti, è una vera perla.

E raccomandiamo perciò a chi acquista uno dei nostri cuccioli di non pretendere che il nuovo arrivato assomigli il più possibile al "gatto che avevamo prima", sia come aspetto che come comportamento. Senz'altro il nuovo micio sarà diverso e (senza togliere niente al caro micio precedente) ... tutto da scoprire!   

 

 

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